La scomparsa del giornalista Giuseppe Turani che ha raccontato la storia economica del nostro Paese

Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio si è spento il giornalista Giuseppe Turani, uno dei primi giornalisti a specializzarsi nei temi economici che poi ha contribuito a divulgare ricostruendone gli episodi chiave nella storia del nostro Paese in numerose pubblicazioni.

Aveva 79 anni ed era ricoverato all’ospedale di Broni, in provincia di Pavia, in seguito a un malore che lo aveva colpito nella sua abitazione.

Il giornalista era nato a Voghera il 29 aprile del 1941 e si era laureato in Economia all’Università Bocconi.
Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con le principali testate giornalistiche come La Repubblica e il Corriere della Sera e con diversi periodici come il Mondo e l’Europeo.

Il suo sodalizio più importante, però, a partire dal 1970, lo vede legato all’Espresso nel quale entra come redattore per poi diventare caposervizio e poi vicedirettore. Negli anni firma importanti inchieste sui grandi protagonisti del capitalismo privato italiano e sul malfunzionamento delle partecipazioni statali.

Nel 1976 è lo stesso Eugenio Scalfari a volerlo a Repubblica dove assume la direzione della sezione economica. Solo l’anno prima, avevano dato alle stampe “Razza padrona. Storia della borghesia di stato” ovvero il racconto di come erano cambiati il potere, la politica e le istituzioni dal capitalismo degli anni ’60 dominato dall’imprenditoria privata a quella contemporanea alla pubblicazione del libro segnata da strutture e comportamenti corporativi e clientelari. L’emblema di questa trasformazione era rappresentato dalla Montedison. E proprio su questo tema Turani tornerà nel 1977 con il volume “Montedison il grande saccheggio”.

Altri temi che hanno meritato la sua indagine sono stati la Borsa in “I signori della Borsa” del 1984 e “Come si gioca in borsa” del 1986, e “Raul Gardini” del 1990 dedicato all’imprenditore morto suicida per gli effetti dell’inchiesta Mani Pulite che si era estesa all’economia e alla Enimont.

Negli anni ’80 diventa Turani curatore ed editorialista di alcuni programmi della Rai sempre a tema economico e finanziario mentre il suo impegno giornalistico lo porta ad alternare la collaborazione tra Corriere e Repubblica per la quale dirige l’inserto Affari e Finanza.

Turani è stato poi coinvolto in un’inchiesta giudiziaria del 1994 denominata “Penne Pulite” con l’accusa di avere ricevuto compensi dal gruppo Ferruzzi e dalla finanziaria milanese Ifm. Le accuse a suo carico furono però giudicate infondate e per questo venne prosciolto l’anno successivo.

Il suo ultimo impegno lo vedeva alla direzione della rivista economica “Uomini & Business” da 2011.

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