I primi anziani vaccinati al Pio Albergo Trivulzio

Il V-day dello scorso 27 dicembre ha avuto come protagonisti anche i primi anziani vaccinati all’interno di una Rsa lombarda.
Il primo della lista è stato il signor Franco Brioschi di 88 anni, sottoposto al vaccino in una residenza del gruppo Pio Albergo Trivulzio.

Con lui, nello stesso giorno, ci sono stati altri 49 vaccinati tra gli anziani ospiti e gli operatori della struttura che è anche l’unico centro di smistamento del vaccino scelto al di fuori dal circuito delle strutture ospedaliere destinate allo scopo.

A differenza di quanto sta avvenendo in altre province come Brescia e Pavia, l’adesione alla campagna vaccinale da parte del personale del Trivulzio si attesta all’80%, almeno secondo le adesioni raccolte attraverso una scheda disponibile nell’intranet aziendale e una mail dedicata.

Le conferme si avranno tra circa 15 giorni quando sarà decorso il tempo necessario per un secondo vaccino dopo quello influenzale.
C’è da sottolineare che anche nel caso di questa campagna, la percentuale di adesione ha raggiunto il 70%.

Nel caso del vaccino per il covid è prevista, inoltre, una campagna informativa sotto forma di webinar a cura di Claudia Balotta, infettivologa a capo del team che ha isolato il coronavirus Sars-CoV-2, Fabrizio Pregliasco che è consulente scientifico del Pat e Marco D’Orso, docente di medicina del lavoro della Bicocca.

I primi anziani che hanno potuto cogliere l’opportunità del vaccino sono stati selezionati fra gli ultra ottantenni in buone condizioni di salute, sempre negativi ai test di screening e che hanno potuto dare il consenso in autonomia. Il prossimo 17 gennaio riceveranno quindi la seconda dose del vaccino che, dopo una settimana, li renderà finalmente immuni al virus.

Tra i vaccinati della struttura anche Marco Froldi, responsabile della Scuola di specialità di Geriatria della università Statale di Milano e direttore dell’Unità operativa di Cure intermedie cardiopneumologiche del Pat che a proposito del vaccino ha tenuto a sottolineare: “Paure e dubbi derivano dalla velocità con cui è stato prodotto il vaccino. Occorre invece tenere a mente che nella realizzazione del farmaco sono stati tagliati molti passaggi burocratici, ma nemmeno uno di quelli previsti a livello scientifico”.

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