Uber eats: chiesti 10 rinvii a giudizio

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 persone nell’ambito dell’indagine sul caporalato esercitato verso i ragazzi che effettuano le consegne e che ha coinvolto l’azienda di delivery Uber eats.

Tra questi figura anche Gloria Bresciani che all’avvio dell’indagine era manager della società e che in una intercettazione finita agli atti avrebbe detto a un collaboratore “Ti prego, davanti a un esterno non devi dire mai più ‘abbiamo creato un sistema per disperati’. Anche se lo pensi, i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori”.

Tra gli indagati anche persone che fanno capo a due società di intermediazione che lavoravano con Uber eats e almeno 5 indagati anche per reati fiscali.
È stata invece stralciata la posizione di Uber Italia che era indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa.

Le indagini condotte dal pm Paolo Storari aveva accertato condizioni di lavoro a cottimo con pagamenti di 3 euro a consegna, il sequestro immotivato delle mance e punizioni per chi si ribellava sotto forma di esclusione dai turni di consegna.

Tutte queste aggravanti avevano portato al commissariamento dell’azienda lo scorso mese di maggio tanto che l’azienda, tuttora operante è al momento controllata da un amministratore giudiziario.

In occasione dell’udienza preliminare, non si esclude che alcuni indagati tentino la strada del patteggiamento mentre si sta valutando cosa fare con il provvedimento del commissariamento.

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