Arresti a Varese per produzione di documenti falsi

La Polizia di Stato di Milano ha arrestato, a Varese, un cittadino russo originario della Cecenia e altri due ucraini con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti falsi.

L’indagine che ha portato a questo arresto e che aveva preso il nome di “The Caucasian Job” risale ad almeno 6 mesi fa ed è coordinata dal sostituto procuratore Armando Nobili e da Enrico Pavone della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano.
Le attenzioni degli inquirenti italiani si sono concentrate sui tre a seguito della segnalazione delle autorità austriache.

Il traffico di documenti falsi avveniva secondo uno schema preciso: il cliente si imbatteva in un’inserzione pubblicitaria sul web o su Instagram con tanto di formula “soddisfatti o rimborsati”. Quindi seguiva il contatto telefonico o via web con indicazione del tipo di documento richiesto.
Una volta ricevuta la foto in formato tessera e la conferma del pagamento del servizio, la banda spediva i documenti con uno dei vettori presenti sul territorio. Il costo poteva variare dai 300 ai 1.500 euro a seconda del tipo e del numero di documenti richiesti.
L’indagine non ha ancora accertato chi siano stati i beneficiari del servizio.

Di sicuro, si è deciso di procede quanto prima all’arresto anche alla lue dei recenti episodi di terrorismo di Nizza e Vienna.
Il cittadino russo è risultato irregolare dal momento che sulla sua richiesta di cittadinanza è in corso un contenzioso mentre gli altri due sono risultati regolari sul territorio italiano.

Dalla perquisizione dell’appartamento di Varese sono stati sequestrati 30 documenti falsi tra carte d’identità, patenti e passaporti, 4 personal computer e 14 telefoni cellulari che saranno oggetto di ulteriori controlli.

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