Crollo del cornicione di Albizzate: chiuse le indagini

La procura di Busto Arsizio ha depositato gli atti che chiudono l’indagine sul crollo del cornicione di uno stabile di Albizzate, provincia di Varese, avvenuto nel giugno scorso e che costò la vita a Fouzia Taoufiq, 38 anni, e i suoi due figli di 15 mesi e cinque anni sotto gli occhi del marito e di un altro bambino più grande.

Il pm che ha coordinato l’indagine, Nadia Calcaterra ha descritto le responsabilità del progettista e direttore dei lavori Cesare Galeazzi e dell’amministratore unico della società proprietaria dell’immobile Antonino Giovanni Colombo.

I due sono quindi responsabili di avere sottovalutato il danno al cornicione “per colpa, negligenza, imprudenza e imperizia”.
Lo stabile costruito una trentina di anni fa era stato restaurato per ospitare nuove attività commerciali.
Galeazzi, in particolare, non avrebbe dichiarato la presenza di cemento armato nel cornicione addirittura in una richiesta di concessione edilizia risalente al 1991. Di conseguenza la struttura che poi è crollata, non disponeva della stabilità necessaria alla sua sicurezza. Non solo. In fase di costruzione non avrebbe supervisionato e quindi corretto la pericolosità di quanto si stava realizzando.

Il proprietario dello stabile, invece, già nel 2012, avrebbe ignorato la gravità di alcune crepe che si erano formate nella parte che poi sarebbe crollata limitandosi a lavori di tipo più estetico che strutturale.

Nella documentazione si legge, inoltre, che avrebbe “omesso di adottare urgentemente” misure “idonee a garantire la sicurezza e l’incolumità” dei passanti a seguito della presenza di “deformità strutturali” già qualche giorno prima del crollo, ma di essersi limitato ad attendere l’intervento di un ingegnere che, però, non fece in tempo a intervenire.

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