La Caritas lancia l’allarme sui prestiti che famiglie e commercianti non possono restituire

La Caritas Ambrosiana ha più volte fotografato i risvolti sociali che la pandemia ha avuto in città.

L’ultima rilevazione, a fine settembre, aveva fatto il punto sulla situazione degli alloggi, sulla necessità di procurarsi il pane quotidiano e sulla perdita del lavoro.
Ora, per bocca del suo direttore Luciano Gualzetti, l’attenzione si sposta sui debiti delle famiglie.
Così come c’è stata, da parte del Governo, la decisione di sospendere l’invio delle cartelle esattoriali, occorrerebbe ” […] estendere fino al 31 dicembre lo stop anche delle aste immobiliari per i prestiti che i cittadini non sono in grado di restituire alle banche su prime case, laboratori e negozi”.
“Se non si interverrà in tempo 90.000 famiglie in Italia, di cui 20.000 in Lombardia, ulteriormente impoveritesi durante il lockdown, vedranno la casa dove vivono, il negozio e il laboratorio che rappresenta la loro fonte di reddito, messe all’asta da società cui le banche hanno ceduto i crediti deteriorati”.
“Tali società – ha continuato – operano attraverso entità finanziarie, domiciliate in paradisi fiscali, in questo modo i guadagni che realizzano svendendo gli immobili, finiscono esentasse fuori d’Italia: una situazione inaccettabile, tanto più in un momento di grave difficoltà come questo”.

In quanto presidente della Fondazione San Bernardino che si batte contro l’indebitamento e l’usura, Gualzetti ritiene che sia urgente l’approvazione della esdebitazione per le famiglie incapienti.
Questa procedura renderebbe più facile a privati e consumatori negoziare con i creditori piani di rientro per cancellare il debito.
Si tratta, in realtà, di un provvedimento già previsto dal nuovo Codice della crisi che però entrerà in vigore alla fine del 2021.

La crisi delle famiglie toccate dal problema, che in Lombardia sarebbero circa 20.000, è adesso.

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