Il primo interrogatorio di Alice Brignoli dopo l’arresto in Siria

Alice Brignoli, arrestata qualche giorno fa in Siria grazie a un’operazione dei Carabinieri del Ros, è stata sottoposta a un primo interrogatorio alla presenza del gip Manuela Cannavale e del capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili.
In quella occasione, a proposito dell’esperienza in Siria, avrebbe detto: “È stato un grosso errore, lo Stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo quando siamo partiti nel 2015, rispondendo al richiamo di al-Baghdadi, anzi volevamo tornare indietro”.
La vicenda risale al 2015 quando la madre di Alice, che viveva nel lecchese con il marito di origine marocchina, aveva trovato un biglietto che ne annunciava la partenza per la Siria.
Da questo episodio era partita una denuncia per scomparsa. Dalle indagini era poi emerso che la coppia aveva seguito un progressivo percorso di radicalizzazione fino al giorno in cui avevano sentito la proclamazione dello stato islamico e il richiamo del suo fondatore a farne parte.
Insofferenti alla vita a Bulciago, nel lecchese, dove venivano presi in giro per via della fede islamica – Alice si era convertita e aveva cambiato nome in Aisha – avevano deciso di partire.
Arrivati in Siria avevano vissuto a Raqqa e in altre città ma : “Ci aspettavamo un posto idilliaco per gli islamici, con case e scuole, ma abbiamo trovato la guerra”.

Una guerra che ha coinvolto e poi ucciso il marito Mohamed Koraichi mentre lei, rimasta sola con i figli, il quarto dei quali nato proprio in Siria, era accusata di educarli alla causa della jihad.
Un aspetto smentito dalla stessa Brignoli che, però, ha continuato a proclamarsi di fede islamica ma senza gli estremi della radicalizzazione.

La donna rimane in carcere e nel prossimo interrogatorio in programma per il mese di ottobre, si cercherà di capire se nell’area di Lecco e dintorni ci siano personaggi che ancora forniscono assistenza agli aspiranti foreign fighter.

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