I cortei di studenti, genitori e insegnanti per ripensare la scuola

Fine settimana di mobilitazione per tutti i protagonisti del mondo della scuola, dagli studenti ai genitori fino agli insegnanti.

A Milano il corteo, che si è dato il nome “No school, no future”, è partito da largo Cairoli. Manifestazioni anche in altre città italiane tranne a Roma dove si svolgerà domani, sabato 26 settembre.
Lo scopo della mobilitazione è di attirare l’attenzione sui ritardi e sulle mancanze che hanno interessato la scuola prima e dopo la riapertura del 14 settembre scorso.
Gli insegnanti, in particolare, contestano le misure straordinarie in termini di assunzioni e graduatorie per far fronte all’emergenza covid oltre all’ingresso delle cooperative di privati nel comparto pubblico.
Rivendicano, invece, la stabilizzazione dei precari e la gestione interna del personale docente e dei servizi.
Le sigle sindacali che si sono mobilitate per l’occasione sono l’Unione sindacale di base Scuola, i Cub e Unicobas. Queste ultime chiedono al Governo di aumentare gli spazi della didattica, ampliare gli organici laddove ci siano carenze di personale e sanare la situazione dei precari, una questione aperta da anni nel settore.
Sul fronte emergenza sanitaria, inoltre, chiedono di ripensare la scuola anche come presidio sanitario sul territorio attraverso la riapertura delle vecchie infermerie che dovrebbero avere a disposizione personale medico.

Nella protesta della scuola sono poi confluiti anche i manifestanti dei Fridays for Future e i sostenitori di Black Lives Matter e Non Una Di Meno.

Nel corso della manifestazione si sono svolte anche lezioni che avevano come tema il razzismo, l’arte e l’educazione sessuale. L’intenzione era di sperimentare una didattica ben radicata nel presente, e per questo da continuare a costruire e difendere.

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