La Scala si rivolge alla politica: “Abbiamo bisogno del nostro pubblico”

Dopo l’esecuzione del concerto dedicato all’Italia sul sagrato del Duomo, La Scala ha riaperto al suo pubblico con l’esecuzione della Nona sinfonia di Beethoven diretta dal maestro Riccardo Chailly.

Poco prima dell’inizio del concerto il sovrintendente Dominique Meyer ha condiviso alcune riflessioni con il pubblico.
In particolare, ha rivolto un appello alla politica affinché consenta una maggiore capienza del teatro. I duri mesi di lockdown, infatti, sono stati l’occasione per adeguarsi alle nuove norme sanitarie in maniera ottimale. A riprova della sicurezza del luogo, ha aggiunto Meyer non ha mancato di sottolineare la disciplina del pubblico nel rispettare le regole in vigore.

Meyer ha poi concluso dicendo: “Speriamo che facendo questo sforzo, che non è facile per niente, stiamo preparando un futuro per l’arte lirica, per l’opera, per i concerti e soprattutto per la nostra Scala. Grazie”.

L’attività concertistica era ripartita con l’esecuzione della Messa da Requiem di Verdi prima all’interno del Duomo, il 4 settembre scorso e poi a Bergamo e Brescia, le due città più colpite dalla pandemia, il 7 e il 9 settembre.
Sabato 12 era stata la volta del Teatro con l’esecuzione sempre della Nona dedicata al solo personale sanitario.

Fino a fine ottobre, in ottemperanza alle disposizioni sanitarie che hanno imposto una capienza limitata, le due opere liriche in cartellone, Traviata e Aida di Verdi saranno presentate in forma di concerto.
Sarà Bohème di Puccini, prevista per il mese di novembre, la prima opera lirica a tornare all’allestimento scenico.
Per il mese di dicembre l’appuntamento più importante sarà il concerto per pianoforte con le variazioni di Diabelli che vedrà il ritorno a Milano di Daniel Barenboim assente dal palco scaligero dal 2016 e che, per l’occasione, ha rinunciato al suo compenso.

Il Teatro, tra spettacoli sospesi e mancanza di pubblico straniero, sta fronteggiando una difficile crisi economica. Per il momento si fa fronte grazie agli sponsor ma lo stesso Meyer, solo qualche mese addietro, non aveva escluso la necessità di un aiuto anche da parte dello Stato.

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