Un falso incidente d’auto: così un uomo ha ucciso l’amico per intascare l’eredità promessa

Un uomo di 48 anni, Nicola Alfano, è stato arrestato mentre si trovava nel suo appartamento in Porta Venezia con l’accusa di aver ucciso l’amico.

È questa la conclusione a cui è arrivata la Procura di Pavia dopo 15 mesi di indagine per la morte di Bruno Lazzerotti, il 78enne trovato morto a bordo della sua auto nel giugno del 2019.

Nell’estate di quell’anno, i due amici stavano viaggiavano a bordo dell’auto di Lazzarotti nei pressi di Vellezzo Bellini, nel pavese. Alla guida c’era Alfano. L’auto sarebbe uscita di strada capovolgendosi e finendo in una roggia. Lazzerotti sarebbe morto sul colpo mentre Alfano era rimasto illeso e aveva raccontato di essersi allontanato dal luogo dell’incidente per cercare aiuto.
All’arrivo di personale sanitario e degli inquirenti, più di un aspetto della vicenda era risultato poco chiaro.
Dalla posizione del corpo senza vita al tempo impiegato per avvisare i soccorsi stessi.
Sono quindi partite le indagini. Si è così scoperto che Lazzerotti, ex addetto stampa di un gruppo assicurativo, aveva nominato Alfano suo erede universale in quanto privo di altri legami familiari.
Le sue proprietà erano di natura immobile – aveva diversi appartamenti a Milano – e finanziaria con conti correnti a più zeri.
Dall’incrocio di tutti questi elementi, gli investigatori della Squadra mobile di Pavia, coordinati dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal sostituto Camilla Repetto hanno ricostruito il presunto piano diabolico di Alfano: uccidere l’amico per entrare, da subito, in possesso dell’eredità.
Per realizzare tutto questo avrebbe prima ucciso Lazzerotti e poi inscenato l’incidente.
L’uomo è stato quindi arrestato e portato nel carcere di Pavia, dove sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia.

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