Il coronavirus e la diffusione del contagio in treno

Il mese di agosto è, di solito, associato a un periodo di numerosi spostamenti. Mai come in tempo di coronavirus capita che ci si interroghi su quale sia il mezzo di trasporto più sicuro.
L’università inglese di Southampton, in collaborazione con l’Accademia cinese delle scienze, la China Academy of Electronics and Information Technology e il Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha quindi preso in esame la situazione dei viaggi in treno.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Infectious Diseases.
Sono state quindi analizzate le tratte dell’alta velocità cinese, in un periodo compreso tra il 19 dicembre 2019 e il 6 marzo 2020 monitorando circa duemilatrecento passeggeri che hanno viaggiato a contatto con passeggeri infetti. Per calcolare il tasso di contagio si è quindi tenuto conto della disposizione dei passeggeri all’interno dei vagoni e del tempo di percorrenza del viaggio.
Il risultato emerso ha evidenziato che i passeggeri che viaggiavano in posti direttamente adiacenti a un paziente infetto avevano una percentuale media del 3,5% di contrarre la malattia.
Per quelli seduti sulla stessa fila, la media scendeva invece all’1,5%.
La possibilità di contagio cresceva in modo esponenziale con il prolungarsi delle ore di viaggio.
Il risultato paradossale ha riguardato chi aveva occupato il posto di un paziente infetto. I passeggeri in questione non hanno contratto la malattia per questo motivo.
Le indicazioni di massima che emergono dallo studio riguardano quindi la necessità di ridurre la densità dei passeggeri e ribadire le misure di prevenzione, in primis l’uso delle mascherine, seguito dall’igiene delle mani.
A monte, diventa molto importante predisporre il controllo delle temperatura prima di iniziare il viaggio.

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