Il Tar boccia l’accordo per i test sierologici tra San Matteo e Diasorin

Il Tribunale Amministrativo della Lombardia ha annullato l’accordo che aveva unito il policlinico San Matteo di Pavia alla multinazionale Diasorin per l’erogazione dei test sierologici relativi al covid 19 e che prevedeva una royalty dell’1% a favore dell’Irccs pavese per i test venduti.

“Mediante l’accordo il Policlinico ha consentito ad un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, ancorché non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto, che rimane nell’esclusiva disponibilità e commerciabilità dell’operatore stesso”, hanno scritto i giudici del Tar, che ha così di fatto accolto il ricorso di un’azienda concorrente, la TechnoGenetics.

Il Tar ha inoltre specificato che: “Mediante l’accordo in questione e l’approvazione della proposta avanzata da Diasorin la Fondazione San Matteo ha impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalità illegittime, sottraendole, in parte qua, alla loro destinazione indisponibile”. 

“Faremo appello con urgenza al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza di primo grado di cui chiederemo la sospensiva convinti della bontà dell’operato e che l’attività rientra pienamente in quella istituzionale dell’ente”, ha detto Alessandro Venturi, presidente della Fondazione San Matteo di Pavia, affermando che “il contratto è attivo e, quindi, il San Matteo non ha speso soldi a favore di Diasorin. Viceversa per le prestazioni rese incassa risorse da destinare a favore della ricerca scientifica pubblica”.

Intanto il Tar ha trasmesso gli atti alla Corte dei Conti della Lombardia.

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