Maroni, le motivazioni della condanna: “Ebbe un ruolo di istigatore”

Sono state pubblicate da parte dei giudici della terza Corte d’appello di Milano le motivazioni della sentenza che lo scorso novembre è costata la condanna a un anno di reclusione per Roberto Maroni, ex presidente della Regione Lombardia, accusato di aver fatto pressioni per favorire due ex collaboratrici in vista di un possibile incarico in Eupolis.

Secondo i giudici, nonostante Maroni avesse dichiarato che “mai nel corso della sua attività istituzionale, aveva chiesto a chicchessia di violare la legge, il che valeva anche per la presente vicenda”, le risultanze depongono “per un suo ruolo di istigatore”.

La vicenda riguardava le pressioni che, secondo l’accusa e i giudici, Maroni avrebbe fatto da allora presidente della Regione Lombardia per far avere a Mara Carluccio un posto in Eupolis, un ente controllato dalla regione stessa. Maroni è stato altresì assolto dall’accusa di induzione indebita. La condanna riguarda infatti la turbata libertà degli incanti.

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