Michele Sarzilla e l’esordio in Coppa del Mondo di Triathlon a Santo Domingo

Abbiamo intervistato Michele Sarzilla, atleta della squadra Raschiani Triathlon Pavese, allenato dal team 7MPSquad di Settimo milanese. L’atleta di Bergamo che vive a Milano, si accinge a partecipare alla Coppa del Mondo di Triathlon, una disciplina davvero molto dura, che ripaga però sempre tutti gli sforzi compiuti.

Cosa pensi del mondo dello sport ?

MS: Il mondo dello sport è l’unico mondo in cui le utopie hanno le gambe corte. Questo è quello che mi ha insegnato la mia annata sportiva 2019, un’annata iniziata con molti progetti, anche ambiziosi, il quale risvolto sta superando anche le migliori aspettative.

Bene, allora raccontaci il tuo 2019

MS: Ad inizio stagione mi sono seduto a un tavolino con il mio allenatore, Fabio Vedana, e abbiamo deciso gli obiettivi per questa stagione e marcato in rosso le date più importante del calendario.
Siamo due sognatori, per quello che facciamo è la dote più considerevole ed utile, quindi abbiamo “sognato” in grande: campionati italiani, coppa Europa e coppa del mondo (obiettivo mai contemplato prima).
Questi i tre cardini della stagione 2019, che sarebbe iniziata proprio con un campionato italiano, quello di duathlon classico. Pronti via, e quasi senza accorgersene, arriva il primo titolo. Successo centrato in una disciplina nemmeno troppo favorevole alle mie caratteristiche. Nel mondo dello sport si dice che vincere aiuta a vincere, ovvero che sapere di poter vincere fa scattare nel cervello quel meccanismo che permette di affrontare le gare successive con la sicurezza e la consapevolezza di potersi ripetere. Tutto confermato dalla serie di gare seguenti a quel primo titolo italiano:
arrivano infatti la vittoria al Triathlon olimpico dell’idroscalo, quella al Triathlon olimpico di Polignano a mare, al DEEJAY TRI di Milano, al triathlon di Bardolino (il triathlon più storico e conosciuto su suolo italiano). Arriva anche la prima medaglia nel circuito internazionale, il bronzo nella coppa Africa di Larache (Marocco).
L’estate regala (passami il termine regalare, qui nessuno regala niente) l’oro e il secondo titolo italiano al campionato di Olimpico no draft davanti al pubblico di casa (Iseo) e la vittoria allo sprint di Ledro, disputato quasi per scherzo dopo una settimana di vacanze. Insomma, una striscia di vittorie e ottimi piazzamenti che in soli 5 mesi mi hanno proiettato tra i più forti triathleti italiani.

E cosa ci si aspetta da uno dei più forti triathleti italiani?

MS: Uno step up, una sorta di progressione logica che lo porterebbe a gareggiare con i più forti triathleti nel mondo. Ma in Italia le cose vanno per gradi, manca ancora una prova per dimostrare (più agli altri che a me stesso) di meritarmi la coppa del mondo; per tale evento bisogna raggiungere il criterio dettato dalla federazione, cioè ottenere una top5 in una delle 12 coppe Europa che si disputano ogni anno.

Dunque ?

MS: Detto, fatto. Alla prima occasione dell’anno raggiungo l’obiettivo, in una gara velocissima disputata sul mar Nero, in Romania.
Un traguardo veramente importante, quasi utopico a inizio stagione, reso possibile dalla determinazione e l’impegno giornaliero (mi alleno 7 giorni su 7, 11 mesi e mezzo all’anno).

A quando l’esordio allora?

MS: L’ esordio in coppa del mondo fissato a novembre, a Santo Domingo: “organizzerò una raccolta fondi per potermi pagare la trasferta – che include Argentina e Cile”.

E dopo ?

MS: Essere arrivato a coronare il sogno che avevo da bambino non deve essere una meta, ma un punto di partenza verso qualcosa di ancor più grande. Bisogna sempre crescere e migliorare e per farlo rimarrò nel team che mi ha cresciuto fino a qui, il 7MP Squad, con sede a Settimo milanese.

Approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno creduto e continueranno a credere in me: squadra che vince non si cambia!

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