Imprenditore fallito ma creditore di 4 mln verso lo Stato: no all’esproprio

Sergio Bramini è l’imprenditore di Monza giunto nel maggio di quest’anno alla ribalta della cronaca per via del suo singolare fallimento. Bramini infatti non aveva potuto pagare le tasse dovute allo Stato ed era stato alla fine dichiarato fallito. Questo nonostante la sua attività imprenditoriale l’avesse portato a vantare crediti verso lo stesso Stato italiano per ben 4 milioni di euro. Ma la legge non prevede in questi casi una compensazione, non stralcia il dovute da quanto spetta. Si deve pagare e basta, mentre lo Stato non ha quest’obbligo: può non pagare ma esigere i propri crediti. Così ne era seguito l’esproprio dei beni personali di Bramini.

L’assurda vicenda vide sia la Lega che il M5S schierarsi apertamente con Bramini, con Salvini e Di Maio che andarono personalmente a fare visita all’imprenditore monzese. Ora per questa vicenda arriva una sentenza del Tribunale di Brescia che blocca l’esproprio: “Con l’accesso alla procedura di sovraindebitamento – spiega l’avvocato Monica Pagano. – e il decreto di apertura della liquidazione non possono essere iniziate e proseguite azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori. Si bloccherà immediatamente l’esproprio dell’azienda di Bramini, per cui i giudici avevano annunciato la decisione il 16 gennaio”. “Sono commosso”, ha dichiarato Sergio Bramini, “è una delle più belle Vigilie di Natale della mia vita. Ma ora, più di prima, voglio che venga approvata una legge a tutela di chi vive i miei stessi problemi. E sogno di ricomprare la mia casa”.

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