Jessica Faoro chiese aiuto 7 giorni prima di essere uccisa

La trascrizione delle telefonate fatte da Jessica Faoro nella notte del 1 febbraio 2018 per chiedere aiuto è già una condanna, per tutti, per non essere riusciti a comprendere il suo grido di aiuto e ad intervenire di conseguenza. Ora sono agli atti della Procura in vista del processo ad Alessandro Garlaschi, che sette giorni dopo l’avrebbe massacrata a coltellate nel suo appartamento di via Brioschi.

Si tratta di una sequenza di telefonate drammatiche, nelle quali la ragazza chiede aiuto, e chiede anche un’ambulanza, perché ha ricevuto proposte a sfondo sessuale da parte del suo futuro assassino, che ha cercato di “mettermi le mani addosso”, e di conseguenza le “viene da cadere” ed ha attacchi di “panico” per la “paura presa”.

Sembra che Jessica abbia fatto una prima chiamata a vuoto alle 0.26. Un minuto dopo, riuscì a mettersi in contatto con le forze dell’ordine e chiese di intervenire, raccontando che aveva avuto la richiesta “di fare giochi erotici, di fare tutte queste cose qui”, cosa che la fece scappare da quella casa, anche perché alle richieste erano seguiti gli approcci e lei aveva paura.

Impostazioni privacy