Cieco travolto dal tram: conducente condannato

Era il pomeriggio del 18 novembre 2016 e il tram era quasi arrivato arrivato al capolinea di viale Ungheria. All’ultima svolta il mezzo investì un uomo, un 67enne cieco che stava attraversando con il bastone bianco, che finì in coma e morì dopo due mesi.

Ora, a distanza di due anni, il tranviere che lo conduceva è stato condannato per omicidio colposo a 10 mesi e 20 giorni in rito abbreviato, oltre alla sanzione accessoria di 1 anno di sospensione della patente. La giudice Manuela Cannavale ha infatti sostenuto che «mantenere sempre il controllo del proprio veicolo significa essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinnanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile». Facendo inoltre notare che «il binario era attraversato da un marciapiede pedonale e qualunque pedone avrebbe potuto attraversare, anche perché erano le cinque e mezza del pomeriggio, orario in cui la circolazione stradale e pedonale può essere (ed era) di tipo normale, non un orario notturno nel quale si può presumere che non passi nessuno».

La difesa del 44enne dipendente Atm aveva cercato di sostenere che la vittima avesse attraversato la strada in modo azzardato. Ma questa tesi non ha retto in aula ed è stata ritenuta poco verosimile data l’età e l’handicap della vittima. Inoltre è stato calcolato dai periti che il tempo di reazione del conducente è stato di 2,5 secondi a fronte dei normali 1,5, come dire che era probabilmente distratto o stanco. Non avendo nemmeno azionato la frenata di emergenza, che avrebbe ancora potuto evitare l’impatto, si è arrivati alla conclusione che, pur non volendolo, il tranviere abbia causato colpevolmente la morte dell’uomo.

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