Tex, mille avventure e poche bistecche

“Tex, La grande mostra – 70 anni di un mito”

Museo della permanente, via Filippo Turati 34

Orari: da lunedì a domenica 9.30 – 20.00, giovedì fino alle 22.30

Biglietti: intero 12 euro, ridotto 10 euro

 

Nelle sue oltre 500 avventure ha fronteggiato 381 agguati e ha combattuto 3.367 volte con armi, dinamite, coltelli, frecce e pugni. Eppure, a 70 anni dalla nascita, Tex Willer, protagonista di uno dei fumetti più longevi al mondo, non mostra un graffio e si presenta in ottima salute e grande spolvero.

Forse perché è stato inconsapevole antesignano della dieta mediterranea, avendo mangiato bistecche alte tre dita con patatine fritte solo 90 volte nel corso della sua lunga esistenza. Del resto Tex debutta nel primo Dopoguerra, quando la carne è un lusso per poche occasioni e molte creature nascono ancora tra le mura domestiche.

Proprio come lui, venuto al mondo in un vecchio appartamento di via Saffi, trasformato per necessità in redazione di fumetti. È il 1948, Milano è ancora piena di macerie e una casalinga armata di coraggio e spirito pratico, Aristea Bertasi detta Tea, si rimbocca le maniche per dare alla luce l’eroe più amato del fumetto italiano. Il padre è il marito separato Gianluigi Bonelli, che lo ha concepito lavorando per Tea come sceneggiatore freelance.

 Ma riavvolgiamo la pellicola di questo film in bianco e nero perché la storia di Tex è davvero unica e vale la pena di essere conosciuta nei dettagli attraverso la mostra proposta dal Museo della Permanente fino al 27 gennaio per celebrare i 70 anni di una leggenda divenuta icona del fumetto internazionale.

Tutto comincia da un vecchio baule

La guerra è appena finita, Tea Bertasi (1911-1999) si è separata dal marito Gianluigi Bonelli (1908-2001) al quale chiede, al posto dell’assegno di mantenimento per lei e il figlio Sergio (1932-2011), la cessione della Casa Editrice Audace (oggi Sergio Bonelli Editore), che lo stesso Gianluigi ha rilevato nel 1940 dalla Arnoldo Mondadori Editore per pubblicare le avventure di Furio Almirante e Capitan Fortuna. Bonelli accontenta volentieri l’ex moglie: si considera infatti uno spirito libero, non è portato per conti, fatture e gestione del personale, e vorrebbe dedicarsi solo alla scrittura. Corre l’anno 1946, i due sono rimasti in buoni rapporti, tanto che Tea coinvolge l’ex marito come collaboratore esterno. I tempi sono difficili e bisogna sbarcare il lunario.

La signora Bonelli non ha mai letto un fumetto ma ha fiuto da vendere e indubbie qualità manageriali: inizialmente ristampa vecchie edizioni ritrovate in un baule scampato ai bombardamenti, poi però capisce che si tratta di un genere obsoleto, che risente ancora della censura fascista. Bisogna proporre al pubblico qualcosa di nuovo sulla scia del successo dei film western e dei comics americani, con un personaggio che “che faccia scintille”, come poi racconterà la stessa Tea. Dalla penna del marito Gianluigi esce un’idea: Tex Killer (poi ammorbidito in Tex Willer), un pistolero dal temperamento libertario e dal rigido codice d’onore, inizialmente arruolato nel corpo dei ranger. Un eroe grintoso, ironico, generoso, amico dei deboli e degli oppressi, che detesta l’arroganza e l’avidità, che insegue la verità e la giustizia (quella sostanziale, non di facciata), aiutato da un fisico prestante e da una mira infallibile, a cui ricorre però solo per legittima difesa.

La lettera decisiva

Per far partire l’impresa, tuttavia, manca ancora un disegnatore all’altezza. Nel maggio del ’48 Tea scrive al pittore e già fumettista Aurelio Galeppini (1917-1994), in arte Galep, affinché si trasferisca da Cagliari a Milano per dare corpo grafico alla nuova avventura editoriale. Gli offre come studio una camera accanto al soggiorno-redazione di via Saffi.

Si comincia subito a lavorare febbrilmente. Galep spegne la luce a notte fonda solo dopo aver terminato le ultime strisce di Tex, “dinamiche e affascinanti”, come ricorderà il figlio dei Bonelli, Sergio, che dorme nella stanza vicina, ancora studente ma anche fattorino tuttofare agli ordini della madre Tea. Diventerà egli stesso brillante autore delle avventure del nobile pistolero (dopo quelle di Zagor Mister No) alla fine degli anni Settanta con lo pseudonimo di Guido Nolitta, collaborando con il padre, che continuerà a scrivere le sceneggiature di Aquila della Notte fino all’età di 82 anni, insieme a Claudio Nizzi (dal 1983) e Mauro Boselli (dal 1994).

Mancano i soldi

Trovata l’idea e il disegnatore, mancano i soldi: Tea chiede un prestito in banca, firma cambiali, compra la carta, fa accordi con le tipografie per ottenere pagamenti dilazionati. È una delle prime donne italiane ad avere il coraggio di emanciparsi nel periodo durissimo del primo Dopoguerra. Guardata con un certo sospetto perché separata, ha forza e carattere per diventare imprenditrice. Il 30 settembre del 1948 finalmente esce il primo album di Tex: “Il totem misterioso”, 15 lire per 36 pagine, in forma di striscia per risparmiare sulla carta, all’epoca merce rara e costosa.

Le strisce sono infatti stampate sugli avanzi dei fogli con cui si fanno i quotidiani, tanto che in periodi di penuria bisogna accontentarsi di quello che offre il mercato e capita persino che Tex debba essere stampato sulla carta rosa della Gazzetta dello Sport! Il formato a striscia è inoltre più pratico: consente ai ragazzi di nascondere le avventure in tasca o dentro a un quaderno visto che il fumetto è ancora considerato veicolo di corruzione per i giovani. Solo nel 1952 esordirà il nuovo “formato Bonelli”: un album in bianco e nero di un centinaio di pagine con vignette su tre strisce.

“La ribellione contro la prepotenza”

Lo strillo del primo numero “Ragazzi! Eccovi finalmente Tex. L’album più ricco al prezzo più povero!” è tra le rarità esposte alla mostra insieme al fumetto attualmente in edicola, il numero 695, dal titolo “L’ultima vendetta”. In mezzo c’è tutta la storia di Tex intrecciata alla nostra. Le prime pagine dei quotidiani con gli eventi che hanno segnato l’Italia sono esposte in parallelo con i numeri del celebre album per illustrare l’evoluzione di un eroe leggendario che ha saputo diventare un fenomeno di costume, conquistando generazioni diverse tra loro: si parte dall’avventuriero che diviene ranger e si arriva al capo navajo Aquila della Notte, paladino dei pellerossa ante litteram dopo il matrimonio con la figlia del capo indiano Freccia Rossa.

“Chi legge Tex ha una forma mentis particolare – commenta Gianluigi Bonelli in un’intervista video presentata alla mostra. “Vede il personaggio sotto la forma del vendicatore, del giustiziere, del tipo che se lo sceriffo è disonesto non gliene frega niente che sia uno sceriffo… cazzotto anche allo sceriffo!”.

Nell’intervista Bonelli spiega la longevità del suo eroe con il bisogno universale di sottrarsi alla monotonia della vita quotidiana e contrastare le ingiustizie e le prepotenze che ciascuno incontra sul proprio cammino: “Il lettore si distacca dall’ambiente in cui vive – purtroppo giornate tutte uguali – ed evade: quando legge Tex Willer è lui al posto di Tex, è lui che si nasconde, è lui che cerca i delinquenti, è lui che cerca di difendere il povero”. In Tex, conclude Bonelli, il lettore apprezza “la sincerità e la brutalità nell’affrontare i cattivi. La ribellione contro la prepotenza e la violenza”.

Il percorso espositivo

Nelle sale allestite alla Permanente troviamo anche le locandine dei grandi film americani legati al personaggio di Tex (che è un eroe alla John Wayne, molto lontano dai personaggi dello “spaghetti western”) oltre a tavole inedite, album, fotografie, gadget di ogni genere e di tutte le epoche (dalle fondine all’astuccio firmato, dai soldatini alle carte da gioco), materiali rari e cimeli, come la macchina da scrivere Universal 200 di Gianluigi Bonelli con cui sono state messe nero su bianco le storie d’esordio dell’eroe.

Tra le curiosità, la prima vignetta di Tex in 42 lingue con il celebre inizio “Per tutti i diavoli, che mi stiano ancora alle costole?”, tradotta persino in tamil.

Tutto il mondo di Tex

Per chi è assiduo lettore di Aquila della Notte il piatto forte della mostra sono i pannelli che illustrano il mondo di Tex e dei suoi pards, i fedeli compagni di avventura: il figlio Kit, l’anziano e burbero Kit Carson, il fiero navajo Tiger Jack. Alla loro destra si stagliano gli “amici”, con l’amata moglie indiana Lilyth, che lo ha reso padre, uccisa da criminali bianchi, e l’indomabile stallone Dinamite. Alla sinistra svettano invece i “nemici”, tra cui il malefico Mefisto, incarnazione del Male, e il cattivissimo El Muerto.

Ci sono poi le frasi famose e ricorrenti di Tex, che dialoga con un linguaggio arcaico ma ancora seducente (“Se qualcuno vuole far fagotto per un viaggio all’altro mondo, non ha che da estrarre la pistola”) e i numeri più curiosi che riassumono la sua vita avventurosa: in 537 storie disegnate su 98.291 tavole, Tex ha partecipato a 55 risse, è stato catturato 106 volte, ha sfondato 27 porte e 58 finestre insieme ai suoi pards ma ha anche offerto da bere 62 volte, in omaggio alla sua indiscussa generosità.

Installazioni a tema

Completano l’esposizione alcune installazioni interattive: uno sfondo cartonato della Monument Valley con tanto di cactus per fare un selfie accanto alla sagoma del mitico pistolero, tablet che inquadrano le finestre della Permanente mostrando suggestivi scorci delle Montagne Rocciose al posto dei dirimpettai palazzi di via Turati, e infine il plastico del nascituro Tex Willer World, un parco a tema di 20 ettari progettato per sorgere sui Colli Euganei, a Montegrotto Terme.

Puntando il plastico con il tablet, si può già ora scorgere una “selvaggia spianata erbosa coronata da una parete rocciosa, dove troveranno posto un villaggio western perfettamente ricostruito, alcuni accampamenti indiani, un pueblo di frontiera messicano e altre ambientazioni – recita un volantino pubblicitario – dove si svolge l’epopea di Tex”.

Come nasce un fumetto

La mostra, patrocinata dal Comune di Milano e curata dallo storico del fumetto Gianni Bono in collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, termina con un video realizzato dalla casa editrice in cui si può scoprire come nasce un fumetto, dall’idea iniziale fino alla stampa.

I lettori di Tex usciranno dalla Permanente con il cuore carico di ricordi ed emozioni, una sorta di “allegra nostalgia”, come sottolinea Davide Bonelli, che oggi porta avanti il lavoro del padre e del nonno. Anche chi non ha mai letto le storie di Aquila della Notte non rimarrà  deluso: l’allestimento lo avrà preso per mano e condotto in un mondo a colori ricco di fascino e di avventura, dal quale dispiace congedarsi per rientrare nelle pagine spesso grigie e monotone della vita di tutti i giorni.

 

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