Dio ride, il nuovo spettacolo di Moni Ovadia

Dio ride. Nish Koshe” che in yiddish significa “così così” è il nuovo spettacolo, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e da Corvino Produzioni, al debutto al Piccolo Teatro Grassi il 2 ottobre.

Moni Ovadia è considerato uno dei più eccezionali e conosciuti uomini di cultura ed artisti italiani. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico e singolare.

Il protagonista di “Dio ride” è Simkha Rabinovich, narratore e protagonista del precedente “Oylem Goylem”, che racconta storie di gente esiliata e ne canta le canzoni.
Stessa drammaturgia anche per “Dio ride. Nish Koshe” spiega Moni Ovadia:

“il piccolo palcoscenico a forma di zattera, i costumi, la musica, la narrazione e l’umorismo. Ma il tema è spostato sulla spiritualità umoristico-paradossale del popolo ebraico, che ha la sua gemmazione nell’esilio. Tutta l’identità ebraica si forma in due esili: quello nel deserto, dove il popolo eletto riceve la Torah, e quello babilonese, in cui riceve il Talmud. Racconto quindi il valore dell’esilio, dove si è prodotta la massima spiritualità ebraica e dove l’anima ebraica si è espressa al massimo delle sue capacità, soprattutto nel mondo della yiddishkeit”.

C’è un muro sul fondo della scena, rappresenta quello della Palestina, ma è anche il muro che ha impedito a Simkha di perdersi nell’esilio sentendosi costretta a restare dentro i confini, spiega Moni Ovadia.

Il titolo: “”Dio ride” perché nel Talmud si racconta che Dio ride di se stesso per avere fatto un’intrusione impropria in una questione di uomini. La grande spiritualità non si può capire se non con la chiave del paradosso, altrimenti si è dei baciapile. “Nish Koshe” significa “così così”.
Per la musica aggiunge Moni Ovadia:

“Musiche che attraversano alcune composizioni liturgiche rielaborate, altre che fanno parte della tradizione klezmer e del repertorio rom-romeno, anche perché ci sono due rom nella Moni Ovadia Stage Orchestra in scena con me, composta da Maurizio Dehò, Luca Garlaschelli, Albert Florian Mihai, Paolo Rocca e Marian Serban”.

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