Sentieri di Celluloide: Anna, quel particolare piacere

Sentieri di Celluloide

Joe Denti – Narratore della storia del cinema

– Milano nel cinema –

Anna, quel particolare piacere

Se il Signore avesse voluto essere più generoso nei miei confronti mi avrebbe fatto incontrare Ingmar Bergman. E forse quei film non li avrei mai fatti. Ma non mi posso lamentare. Se dovessi tornare indietro rifarei quei film erotici.

(Edwige Fenech)

A partire dagli inizi degli anni ’70 si diffonde rapidamente un genere cinematografico tipicamente italiano, quello della commedia sexy all’italiana, con tutti i suoi sotto filoni: quello scolastico, quello poliziesco. Tra i nomi delle attrici che alimentano la fantasia erotica dei milioni di spettatori, si pone sul piedistallo più alto del podio d’onore, Edwige Fenech, dotata di un corpo che i registi non risparmiano di mostrare in ogni film, da una forte carica seduttiva e provocatoria, dallo sguardo magnetico che rivela le sue origini franco-algerine, conquista il pubblico maschile  che la elegge vera e propria icona sexy.

Ogni donna di volontà riesce a farsi strada, ma deve dimostrare molte più cose di un uomo.

(Edwige Fenech).

Dopo alcune opache interpretazioni la sua carriera decolla nel 1971, grazie al regista Sergio Martino che la sceglie come attrice faro del giallo erotico, un duraturo sodalizio artistico  che prende il via con:”Lo strano vizio della signora Ward“.  La definitiva consacrazione avviene l’anno successivo, quando è protagonista del “Decamerotico“: “Quel gran pezzo della Ubalda tutta nuda e tutta calda“,  per la regia di Mariano Laurenti, pellicola diventata un film di culto del cinema Trash, come il successivo: “Giovannona coscialunga disonorata con onore“,  nuovamente sotto la guida di Sergio Martino.

Nel 1973 affronta nuovamente il giallo come protagonista in: “Anna, quel particolare piacere“,  diretto da Giuliano Carnimeo,  abile mestierante specializzato in commedie sexy e western, che l’affianca a Corrado Pani, Richard Conte e John Richardson, in una storia, ambientata a Milano. Con una messa in scena e intreccia il thriller e il dramma erotico – sentimentale.

La giovane e bella Anna, ingenua cassiera di un bar, si innamora di Guido, affascinante narcotrafficante invischiato in loschi giri della Milano anni ’70. In stato interessante, la ragazza si rifiuta di abortire e da alla luce Paolo, un bambino malato e bisognoso di cure continue. Durante la detenzione di Guido, arrestato con l’accusa di spaccio, Anna conosce Lorenzo, un chirurgo milanese che salva la vita al bambino con un delicato intervento. Uscito dal carcere, Guido, cerca di ostacolare in tutti i modi la relazione sentimentale nata nel frattempo tra Anna e Lorenzo. La donna esasperata dalle continue molestie di Guido, reagisce uccidendo a colpi di pistola il giovane delinquente che però, prima di morire, riesce a ferirla gravemente. Operata d’urgenza da Lorenzo, Anna perde la vita e il medico decide di adottare il bambino.

Il film di Giuliano Carnimeo si apre, con le musiche composte da Luciano Michelini, con i titoli di testa che scorrono su una grigia e nebbiosa Milano, seguendo l’auto di Corrado Pani che percorre via Farini, attraversando il ponte ferroviario della stazione di Porta Garibaldi per finire il suo percorso in zona San Siro, in Piazzale dello sport. La storia si sviluppa tra il capoluogo lombardo, Bergamo e Roma. Le sequenze milanesi sono state girate tra Piazza San Babila, piazzetta Umberto Giordani, via Guglielmo Ciardi e Alzaia Naviglio Grande. I fans di Edwige Fenech potranno godere del suo primo nudo integrale sul grande schermo del 1976, in:”La Pretora“,  diretto da Lucio Fulci.

Ma questa è un’altra storia…

“A ben Arrivederci”

Joe Denti

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