Sacchetti per la spesa a pagamento

Dal 1 gennaio 2018 il governo Gentiloni impone ai consumatori italiani, che acquistano frutta e verdura, sacchetti di plastica biodegradabile e compostabile rigorosamente a pagamento e usa e getta.

Un emendamento, questo, che non ha nulla a che vedere con la direttiva comunitaria del 2015. Il testo europeo, infatti, si concentrava soprattutto sulle borse di plastica per riporre la spesa (quelle che in Italia sono state messe fuori legge già dal 2012) e precisava in maniera esplicita la possibilità di escludere dalle misure le bustine trasparenti per frutta e verdura.

Solo la Francia ha intrapreso la stessa strada dell’Italia, mentre la maggior parte degli stati membri si è limitato alle buste per la spesa in plastica tradizionale, mettendole a pagamento. Il costo di ciascun sacchetto oscilla tra 1 e 3 centesimi.

Di conseguenza, il costo che ogni famiglia dovrà aggiungere alla spesa alimentare, va dai 4 ai 12 euro all’anno. I consumatori hanno risposto in maniera negativa alla nuova norma, soprattutto sul web, dove decine di fruitori inferociti hanno trovato la soluzione a quella che viene considerata un’ingiustizia.

Etichettare la frutta senza l’utilizzo dei sacchetti. Ma in realtà, anche se il sacchetto non viene utilizzato, è necessario pagarlo ugualmente. Per i commercianti che non rispettano la normativa vigente saranno presentate multe salatissime.

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