Ritorneranno i Navigli?

Sono stati per secoli una delle caratteristiche della città, Milano, che un fiume non ha ma che è ricca di acqua come poche altre. Al centro della pianura più fertile d’Europa, l’acqua è ovunque e i suoi navigli che sono stati anche una straordinaria rete di comunicazione ne erano il simbolo. Senza di loro probabilmente il Duomo non esisterebbe, almeno nella forma e nella materia che vediamo, dato che il suo marmo prezioso è potuto arrivare facilmente fino al centro cittadino proprio grazie ai navigli.
Oltre alla loro funzione sono sempre stati un simbolo che rendeva la città affascinante, unica. La modernità e la viabilità su gomma imposero il loro volere e i navigli furono quasi del tutto coperti nei primi decenni del ‘900. Da tempo si discute se riaprirli o meno, un referendum del 2011 dimostrò che il 94% dei milanesi rivogliono i loro navigli. L’attuale sindaco Sala ha definito la loro riapertura “il mio sogno”.
Oggi in Consiglio si inizia un percorso, che deve per prima cosa stabilire se fare o meno un nuovo referendum per conoscere la volntà della cittadinanza. Se poi si patisse con i lavori si potrebbe arrivare a “riscoprire” circa due chilometri di Navigli tra il 2018 e il 2022. Costo calcolato in 150 milioni. Per spingersi successivamente oltre, con più di sette chilometri recuperati negli anni successivi con un investimento di 500 milioni. In mezzo opinioni e interessi differenti, come è normale che sia.
Un percorso non facile, tortuoso e accidentato dunque. Se potesse avvenire sull’acqua sarebbe sicuramente più comodo.

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