Alfabeto della Vita Digitale: E come EdTech

EdTech: un mix di due parole il cui significato sta per educazione tecnologica o meglio, tecnologia educativa. E’ una teoria su come l’apprendimento umano viene identificato e poi, sviluppato e risolto.

Se normalmente la necessità di imparare richiedeva un insegnante, una lavagna e della buona volontà, in questo caso occorre anche una buona dose di conoscenza tecnologica, anche solo per scavalcare quel digital divide che affligge ancora molte persone.

Il problema potrebbe risiedere nel fatto che la conoscenza intesa come ciò che l’uomo ha scoperto sino ad ora è già una quantità impressionante, se ci mettiamo anche la velocità che in questi 20-30 anni ha contraddistinto lo sviluppo tecnologico, allora le cose si fanno ancora più complesse. Assistiamo infatti ad una crescita esponenziale della “conoscenza per tutti”.

L’essere umano può anche cercare di accrescere la propria conoscenza con l’impegno, ma se in contemporanea sorgono nuovi ingegnosi “aggeggi” che permettono di essere più produttivi, più predittivi, di imparare più comodamente, allora diventa un po’ come il gioco dell’oca, si deve tornare daccapo perché bisogna prima far propri gli strumenti. L’impegno c’è, la tecnologia anche, manca solo la maniera con la quale poter assimilare le nozioni: il tipo di lezione.

L’ EdTech cerca proprio di facilitare l’insegnamento utilizzando nuovi processi tecnologici, a prescindere dai libri di testo che potrebbero anche essere tutti uguali, la differenza la fa dunque chi spiega e trasmette contenuti con la propria modalità.

A SCUOLA

Per quanto riguarda l’uso delle tecnologie, se pensiamo ai giovani, al profilo di uno studente modello, questo sarà per lo più impegnato a studiare, senza dover colmare nessun gap ‘tecnico’. Userà gli stessi medesimi strumenti utilizzati dalla nascita e dunque la diversificazione avverrà nei metodi d’insegnamento, non nella tecnologia.

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Quasi tutto è volto ad incrementare l’esperienza dello studente, attraverso simulazioni con realtà aumentata, l’uso di apprendimento mobile o l’impiego di software intelligente presente sulle piattaforme, che analizza le carenze dello studente e propone vie alternative sulla base di comportamenti e punteggi ottenuti da chi pratica.

Un esempio lampante può essere l’uso di visori di realtà virtuale. Anziché il classico testo, dove si legge per imparare, nel ‘modo’ VR lo studente viene coinvolto da diversi altri stimoli quale l’uso di suoni, la tridimensionalità, le immagini, i video. Considerando che in uno spazio virtuale dove ci si trova immersi in maniera totale (provare per credere, basta il vostro comune cellulare ed un visore da 20 euro), non ci si può distrarre ma ci troviamo in ogni modo al sicuro.

Esistono anche parecchi casi dove sono i bambini a maneggiare materie complesse, come l’intelligenza artificiale o Machine Learning, attraverso programmazione in Python ad esempio, per governare oggetti hardware e software che sono nati dalla collaborazione di grandi case tipo Google e Raspberry, dove come in un gioco, gli studenti possono interagire con la loro fantasia realizzando diverse parti con strumenti in grado di riconoscere volti umani, animali ed oggetti.

http://wonderhub.co.uk/listings/edbot/

Oppure delle lezioni di matematica con l’ausilio di tablet o computer attraverso dreambox oppure anche attraverso mathschase una piattaforma libera dove si possono mettere alla prova le proprie abilità di calcolo mentre il tempo scorre, particolarmente adatta ai bambini.

www.mathschase.com

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Per esempio, con una tecnologia educativa basata sulla machine learning è possibile aiutare, colmando il gap di diversità tra il soggetto ed il resto del mondo, come ad esempio nel caso della dislessia. Un testo scritto da una persona con dislessia può venir “aggiustato” dalla macchina attraverso la Machine Learning per poi poter esser compreso da chiunque. Proprio come quando navighiamo su una pagina redatta in una lingua a noi sconosciuta e ci viene chiesto dalla macchina se la vogliamo tradurre nella nostra lingua. Dunque questa tecnologia educativa (Intelligenza Artificiale e Machine Learning) ci servirà per meglio comprendere i comportamenti di un bambino che apprende e nello stesso tempo se quest’ultimo necessita di essere seguito in maniera specifica per leggere e scrivere ad esempio .

TextHelp

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Vediamo qualche esempio tangibile di piattaforme o strumenti di apprendimento :

Insertlearning (estensione di Google Chrome che permette di trasformare una pagina web in una lezione interattiva aggiungendo domande, video, ed altro)

Instructables (piattaforma con guide e video)

Metaverse (piattaforma di Realtà Aumentata)

Kidaptive (Una piattaforma molto in crescita in Corea del Sud, ma anche in Cina ed in India è basata sull’ Intelligenza Artificiale)

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NEL LAVORO

Non solo nelle scuole ma anche nelle aziende di tutto il mondo sta proliferando questo segmento tecnologico, posto come fulcro dell’aggiornamento con il quale potenzialmente si rimane competitivi sul mercato. Ed è anche il più ricco, nel senso che vengono investite maggiori somme rispetto alla classica educazione.

Pensiamo ad un corso per un particolare macchinario od un software specifico: con le tecnologie attuali è possibile per un dipendente partecipare a distanza senza che la lontananza fisica crei disagi, permettendo grazie alla tecnologia di vedere, sentire, simulare e provare i nuovi apparati quasi come se stesse sul posto. Infatti è proprio per questo che una florida galassia di aziende che producono contenuti di insegnamento hanno avuto una crescita molto forte.

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AUTOAPPRENDIMENTO

Anche l’apprendimento autonomo vede una forte crescita in tutto il mondo coinvolgendo paesi come Birmania, Rwanda, Laos, Nepal, Etiopia, Senegal, Uganda e così via.

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GLI INVESTIMENTI

Sta cambiando anche il modo con il quale i governi tendono a progettare l’istruzione “del futuro”. Ad esempio nella regione asiatica del pacifico [(APAC)-Asia Pacific], in particolare a Singapore, i genitori spendono circa 70.000 dollari l’anno per l’istruzione dei propri figli, il doppio circa della media mondiale. Il governo cinese, nel 2015, ha speso 1 miliardo di dollari per la propria tecnologia educativa, nel 2020 la cifra diverrà 30 miliardi. Anche negli Stati Uniti, in Giappone, in Inghilterra ed in Australia, gli investimenti sono in forte crescita.

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