Salva un cane smarrito e lo restituisce: multata

È successo a Lainate lo scorso 26 settembre, un anziano cagnolino di 17 anni si aggirava in via Prima Strada ed era stato soccorso da una signora 68enne, Adriana Scicolone.
La donna per evitare che l’animale venisse investito lo aveva avvicinato con dei croccantini, gli aveva messo un guinzaglio e aveva contatto la polizia locale. Il cane infine è stato restituito alla proprietaria, che abitava non lontano dalla donna.
Il giorno seguente però entrambe le donne sono state convocate al Comando di polizia locale che le ha multate, la signora Adriana per aver raccolto un randagio e la proprietaria per negligenza.

La soccorritrice però, dopo aver pagato la sanzione di euro 130, ha detto la sua attraverso i social network riscuotendo nel giro di pochissimo tempo 6mila “mi piace”, 5mila commenti e più di 17mila condivisioni.

Scrive la signora Adriana:

“Essere stata punita per aver soccorso un cane da un regolamento che oggi non ha più senso di esistere? Gli animali siamo noi, ce lo vogliamo mettere in testa? Risarcimenti non ne voglio, non sono un’eroina, non chiedo nulla. Fa tanta rabbia, però, vedere un certo modo di indossare la divisa, davanti al quale noi cittadini non abbiamo ragioni e dobbiamo solo soccombere”. La donna avrebbe violato la legge l’articolo 66 del regolamento comunale di polizia urbana, secondo il quale: “è vietato catturare animali randagi e/o vaganti fatte salve le catture effettuate, per finalità sanitarie o altro, dal personale del servizio incaricato dal Comune o dall’azienda Usl”.

Il sindaco di Lainate, Alberto Landonio ha spiegato:

“Come amministrazione non abbiamo potuto fare altro che prendere atto dell’applicazione rigorosa di un regolamento che in effetti esiste, ma ho telefonato alla signora per porgerle le mie scuse. Tra l’altro lei ha subito pagato la contravvenzione, senza fare ricorso, e questo ci ha tolto ogni margine di manovra. Non voglio che si ripetano episodi del genere e quindi mi sono impegnato a cambiare il regolamento, che tra l’altro avevamo già intenzione di modificare perché ormai è desueto, dato che risale alla metà degli anni Novanta. All’epoca capitava piuttosto spesso di veder circolare dei cani randagi nelle nostre zone e quella norma serviva per evitare che persone senza le giuste competenze e attrezzature cercassero di bloccarli, correndo rischi e mettendo in pericolo gli animali. Prenderemo spunto da quanto successo per riformare le norme”.

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