Giosetta Fioroni: vita sentimentale

Per la prima volta Milano dedica a Giosetta Fioroni una grande mostra antologica, organizzata dal Comune e dal Museo del Novecento, con oltre 160 opere capaci di raccontare al pubblico la complessità tematica e linguistica del suo intero percorso artistico.

“Figura di riferimento della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo a Roma insieme a Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa e tutti gli artisti che hanno animato la galleria “La tartaruga” di Plinio de Martiis, Giosetta Fioroni rappresenta un’eccezione nel panorama italiano dell’arte e anche per questo è diventata una protagonista della scena artistica internazionale. Fuori dal coro, fuori dalle mode, lucida ed esplosiva, l’artista ha sviluppato in oltre sessanta anni di attività un linguaggio visivo forte ed eloquente fatto di simboli, segni ed emozioni: muovendosi a suo agio tra pittura, disegno, performance, video, teatro, ceramica e moda, ha sempre intrecciato il suo lavoro alla sua vita in modo audace e romantico. Da qui il titolo della mostra Giosetta Fioroni. Viaggio Sentimentale che prende spunto dalla canzone “Sentimental Journey” portata al successo da Doris Day nel 1944 e che mette in evidenza tanto il lungo incedere creativo dell’artista, come la sua volontà di raccontare, passo dopo passo, tutto quello che offre una vita sentimentale.

Il percorso espositivo, oltre al piano terra del Palazzo dell’Arengario, si snoda nelle sale (circa 700 mq) che affacciano su piazzetta Reale, allestite in senso cronologico per offrire una panoramica completa dell’attività pittorica dell’artista, grazie al progetto di allestimento di Massimo Curzi che ha lavorato immaginando di condurre il visitatore dentro lo studio dell’artista. Per la prima volta, le sale saranno collegate dall’interno del Museo senza necessità di uscire e di rientrare da Piazzetta Reale per terminare la visita.

Accompagna la mostra un catalogo Electa, su ideazione dello studio di Leonardo Sonnoli che ha curato anche l’immagine coordinata, con testi dei curatori e un ampio apparato fotografico”.

 

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