Catturato a Palermo il tunisino a rischio radicalizzazione

Ben Mohamed Ayari Borhane, il detenuto tunisino che nella notte tra il 17 e 18 maggio era evaso dall’ospedale milanese Fatebenefratelli dove era finito dopo aver ingoiato una lametta, è stato catturato a Palermo.

L’uomo, 43enne considerato a rischio radicalizzazione, era stato assegnato al carcere di Opera. Monitorato dal 2014 per la sua tendenza a predicare la jihad, mentre era in cella si era autoproclamato imam e invitava tutti i compagni a pregare. Le operazioni di indagine seguite alla sua fuga, coordinate dal capo del pool antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, e affidate al pm Ilaria Perinu, hanno coinvolto le diramazioni territoriali del Nic, e in particolare il Nucleo regionale di Milano, della Toscana, dell’Emilia Romagna, della Campania e di Palermo che hanno seguito le ipotesi di spostamento sul territorio  dell’evaso, e hanno visto il supporto della Questura di Palermo.

Borhane probabilmente  era arrivato a Palermo il 20 maggio. Venerdì sera con un passaporto falso  ha raggiunto la biglietteria del porto per salire su una nave diretta in Tunisia. Dall’altra parte del bancone, però, ha trovato un agente della polizia penitenziaria e altri uomini che erano pronti ad arrestarlo.Ora è stato trasferito nel carcere palermitano.

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