Milano, arrestati tre carabinieri per droga, calunnia e peculato

Questa volta ad essere finiti nel mirino dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza, non sono delinquenti, ma tre militari dell’Arma, ritenuti responsabili di peculato, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, calunnia, arresto illegale e falsità ideologica. Uno di loro era già stato sospeso e posto ai domiciliari.

Le indagini nascono dagli sviluppi di una precendente inchiesta che nell’aprile del 2017 aveva già portato in carcere uno dei tre, un sottufficiale dei carabinieri all’epoca dei fatti  Comandante dell’Aliquota Radiomobile del NORM di Cassano d’Adda, ritenuto responsabile di spaccio, peculato, corruzione e falso in atto pubblico. Era ai domiciliari, ora è tornato in carcere. Gli altri militari arrestati sono un vicebrigadiere di 47 anni e un appuntato scelto di 52, entrambi da tempo assegnati alla compagnia di Cassano d’Adda e fino a qualche giorno fa in servizio.

Ai militari viene contestato di essersi impossessati di somme di denaro, tra aprile 2016 e agosto 2017, in occasione di 4 perquisizioni domiciliari a pregiudicati locali e, solo in un caso, di aver detenuto stupefacenti (10 grammi) attribuendone il possesso ad un arrestato, attestando il falso nei verbali di arresto. L’uomo in questione, un pregiudicato marocchino 44enne, in arresto per detenzione illecita di stupefacenti nel 2016, aveva dichiarato che alcune dosi di droga trovate in casa sua non erano di suo possesso, ma erano state “messe apposta” e che nel corso delle perquisizioni i soldi sarebbero stati presi dai militari. Questi ultimi, infatti, avrebbero rubato oltre 11mila euro.

In manette è finito anche un quarto carabiniere, che non ha nessun collegamento con gli altri tre,  arrestato dai colleghi del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Milano. Si  tratta di un 45enne, in servizio presso il Reparto Servizi Magistratura di Milano, che deteneva in casa sua circa 40 millilitri di nandrolone, una sostanza dopante e stupefacente,  insieme ad altri farmaci e ricette. Vista l’elevata  quantità di materiale trovato non poteva trattarsi di uso personale.

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