Sentieri di Celluloide : Svegliati e uccidi

Sentieri di Celluloide

 – Milano nel cinema –

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“SVEGLIATI E UCCIDI”

svegliati e uccidi

Un giorno mia zia mi chiese di andare a pagare una bolletta alle Poste. Io andai. Ma l’impiegato era lento e detti un pugno sul bancone. Nel movimento si vide la pistola che portavo sotto la cintura. L’impiegato credette che fosse una rapina e mi consegnò i soldi. Io pensai : è così facile ? E me ne andai con il bottino.

( Luciano Lutring )

Lutring camionetta

Nella rubrica :  “Sentieri di celluloide – Milano nel cinema”, in omaggio ai film girati a Milano il secondo titolo è dedicato a : “Banditi a Milano“, diretto da Carlo Lizzani nel 1968, che ufficialmente diede il via alla fortunata stagione del poliziesco italiano. In realtà la pellicola seminale del genere arriva sul grande schermo due anni prima nel 1966, sempre per la regia di Lizzani. “Svegliati e uccidi“, instant movie, girato a tratti in stile documentaristico, in cui si racconta un pezzo di vita dell’ultimo protagonista della malavita milanese romantica, quella che non uccideva, Luciano Lutring. Il rapinatore solitario, il cosiddetto “Solista del mitra“, definito, sia in Italia che in Francia : “Nemico pubblico numero uno“.

Luciano Lutring ParigiLuciano Lutring 1959

Nessun uomo nasce con l’etichetta di criminale. Ma a volte le contingenze, e anche le coincidenze, possono spingere chiunque nel baratro.

( Luciano Lutring )

Luciano Lutring, nasce a Milano il 30 dicembre 1937. I genitori volevano fare di lui un violinista, ma ben presto manifesta la sua natura ribelle e la passione per le belle donne e per la bella vita. Attratto dal mondo della malavita fa la conoscenza di alcuni piccoli delinquenti della “Ligera” (definizione gergale della criminalità organizzata della mala milanese), comprando da uno di loro la sua prima pistola, una Smith & Wesson, della polizia canadese, senza proiettili in quanto fuori produzione, conquistandosi il soprannome di “L’americano“.

lutring

La prima rapina accade per caso il giorno in cui la zia gli chiede il favore di andare a pagare una bolletta in Posta. Infastidito dalla lentezza dell’impiegato sferra un pugno sul bancone facendo notare, nel movimento, la pistola sotto la cintura. L’impiegato spaventato e credendo si trattasse di una rapina gli consegnò tutto il denaro del cassetto. E’ l’inizio di una lunga carriera nel crimine, fatta di remunerative rapine in molte banche e gioiellerie, caratterizzata dalla sua attitudine di ladro gentiluomo, unita alle celebri frasi pronunciate in dialetto milanese e in modo particolare per la sua usanza di nascondere il mitra nella custodia di un violino, tanto da alimentare la fantasia della stampa che lo battezzò “Il solista del mitra“.

CONFERENZA STAMPA DI LUCIANO LUTRING, DETTO IL SOLISTA DEL MITRA, CON L’AVVOCATO CILLARIO ARMANDO ANNO 1978 (De Bellis/de Bellis, MILANO – 1978-03-01) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate – CONFERENZA STAMPA DI LUCIANO LUTRING, DETTO IL SOLISTA DEL MITRA, CON L’AVVOCATO CILLARIO ARMANDO ANNO 1978 (De Bellis/de Bellis, MILANO – 1978-03-01) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate -> SAVOIA CATTANEO FARAVELLI

LUCIANO LUTRING, DETTO IL SOLISTA DEL MITRA, LIBERATO DOPO LA GRAZIA ANNO 1977 (De Bellis/de Bellis, MILANO – 1977-03-26) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate – LUCIANO LUTRING, DETTO IL SOLISTA DEL MITRA, LIBERATO DOPO LA GRAZIA ANNO 1977 (De Bellis/de Bellis, MILANO – 1977-03-26) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate -> SAVOIA CATTANEO FARAVELLI

 

La figura di Lutring diviene leggendaria assieme al suo stile di vita latitante, tenendo in scacco le forze dell’ordine italiane e francesi, frequentando grandi hotel, guidando esclusive fuoriserie, sempre in compagnia di bellissime donne. Durante una vacanza a Cesenatico, sulla riviera romagnola, per compiere furti ai danni dei turisti, ruba il bagaglio a una giovane modella valtellinese, residente a Zurigo, Elsa Candida Pasini, in arte Yvonne Candy. Affascinato dalla sua bellezza per conoscerla finge di aver ritrovato le valigie. I due si innamorano e si sposeranno, restando legati a lungo.

lutringpasini

La rocambolesca latitanza di Lutring termina la sera del primo settembre 1965, a Parigi, quando viene intercettato da una pattuglia della gendarmeria. Durante lo scontro a fuoco è gravemente ferito, e un Flic viene accidentalmente colpito a morte da un proiettile sparato dalla pistola di un collega. Condannato a 22 anni di carcere ne scontò 12, iniziando dietro le sbarre una nuova vita, dedicandosi alla scrittura e alla pittura, dipingendo opere in omaggio alla sua amata e mai dimenticata Milano. Sarà graziato dal Presidente della Rupubblica francese Georges Pompidou, e tornato in Italia verrà rinchiuso nel penitenziario di Brescia. Detenuto modello, viene nuovamente graziato, nel 1977, dal Presidente italiano Giovanni Leone. Ottenuta la libertà, continuerà a scrivere e dipingere, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Fino alla sua morte avvenuta il 13 maggio 2013, all’età di 75 anni.

Era una Milano, che oggi come oggi, non esiste più. Non c’erano a quell’epoca quei mezzi tecnologici di sorveglianza che tengono d’occhio tutto. A quei tempi c’era una Milano più da ringhiera. C’era un approccio di simpatia tra i banditi e i derubati. Perché io mi ricordo che quando andavo in banca a fare una rapina portavo via pure le cambiali e distruggendole automaticamente quelli che dovevano pagarle venivano beneficiati. E’ la Milano dei ricordi…

( Luciano Lutring )

il solista del mitra

Nel 1966 “Il caso Lutring” è ancora aperto. Mentre il tribunale di Parigi celebra il processo, Carlo Lizzani porta sul grande schermo:  “Svegliati è uccidi”, raccontando le gesta del bandito milanese in una pellicola dall’andamento frenetico, con un montaggio dal ritmo serrato, 123 minuti senza fermarsi mai. Lizzani per dar vita al protagonista, affida il ruolo al volto dell’attore austriaco Robert Hoffman, lontano dai tratti somatici del vero Lutring, ma all’epoca popolarissimo per aver interpretato una serie televisiva di enorme successo:  “Le avventure di Robinson Crusoe“. Al suo fianco nei panni di Yvonne Candy, Lisa Gastoni, che per la sua interpretazione si aggiudicò il nastro d’argento come migliore attrice protagonista, e Gian Maria Volonté nel ruolo del commissario della squadra mobile della polizia di milano. Negli anni 70, quando il genere poliziesco conquistò i favori del pubblico, la casa di produzione rilanciò il film cambiando il titolo sui manifesti con “Il solista del mitra“.

I titoli di testa, accompagnati dalla colonna sonora composta da Ennio Morricone, appaiono in una larga panoramica della Piazzetta in viale Francesco Restelli, in zona Isola, posta a nord del centro di Milano, fuori da Porta Garibaldi. L’azione in cui si sviluppano le rapine e gli inseguimenti attraversano via Montenapoleone, Piazza Belgioioso, piazza Duca d’Aosta, Piazza Duomo, Piazza Einaudi, Piazza Maggi, via Poliziano, via Sassetti, via San Marco e viale della Liberazione.

L’autobiografia di Luciano Lutring, scritta durante il periodo di detenzione in Francia, pubblicata con il titolo : “Lo zingaro”, ha ispirato il film, diretto da José Giovanni, nel 1975, con protagonista Alain Delon.

Ma questa è un’altra storia…

“A ben Arrivederci”

Joe Denti

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